ENTER SHIKARI – Top Discografia

Ci provo gusto a compilare queste brevi classifiche personali delle discografie di alcuni dei miei artisti preferiti; per questo motivo eccone una dedicata agli Enter Shikari, giovane band inglese che in pochissimo tempo si è imposta sul panorama dapprima metal(core) europeo, poi progressivamente si è spinta verso lidi sempre più personali, lambendo talvolta il pop più radiofonico e a volte la sperimentazione più astratta, ma senza mai perder di vista quel connubio tra metal ed elettronica che ha caratterizzato il proprio sound fin dal primo giorno. Personalmente quando parlo degli Shikari, io li definisco come la band che maggiormente rappresenta la musica contemporanea di qualità e la loro discografia parla da sola: un disco dopo l’altro i nostri sono sempre andati migliorando e perciò anche la mia classifica non sarà troppo diversa dall’ordine cronologico degli album stessi. Ovviamente poi sono ansioso di ascoltare il nuovissimo album in uscita ad aprile. Ma bado agli indugi e partiamo!

1️⃣ A FLASH FLOOD OF COLOUR (2012)

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L’album della maturità. Questo è A Flash Flood Of Colour, un disco lungo (18 brani nell’edizione deluxe) e variegato, estremamente variegato, dove le qualità dei quattro ragazzi inglesi vengono esaltate al massimo, andando di fatto a coniare un genere che va oltre l’electronicore degli esordi, oltre il post-hardcore, oltre il semplice alternative rock, per arrivare all'”Enter Shikari’s sound”. I testi poi sono tutti politicamente impegnati, caratteristica questa che ha sempre di più contraddistinto la band album dopo album: tanta importanza viene data alla questione ambientale, che verrà poi esasperata negli album successivi. Ma in questo album l’estrema varietà della musica del gruppo trova il proprio equilibrio ideale, in quello che è uno dei dischi più importanti degli anni ’10 e non solo. Capolavoro.

Pezzi Top: … Meltdown, Pack Of Thieves, Quelle Surprise, Arguing With Thermometers, Gandhi Mate, Gandhi

Pezzi Flop: Nessuno

2️⃣ THE SPARK (2017)

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L’ultimo album in studio degli inglesi ha fatto storcere il naso a più di un fan poiché il sound sempre accostabile al metal degli Shikari in questo caso si è alleggerito di molto, andando di fatto a cancellare la componente pesante della propria proposta per scegliere di percorrere una via più ariosa e melodica, fatta di pianoforti, archi ed arpeggi acustici. Ma non c’è solo questo: ci sono infatti una sequenza di brani ottimamente composti (una costante per la band a mio parere), dai ritornelli invidiabili e dall’impatto notevole ed immediato. Le ispirazioni arrivano dal post punk e dall’elettronica decadente degli anni ’80 e questo è ben percepibile in brani come la magnifica Undercover Agents. Ma c’è sempre quell’elemento tamarro ed estremamente ballabile che caratterizza ad esempio Rabble Rouser. I testi in questo caso non perdono l’invettiva socio-politica – soprattutto ambientale – tipica degli Shikari, ma puntano molto di più verso temi personali che hanno segnato la vita del frontman Rou Reynolds. Di conseguenza ne deriva un album più intimo e sentito, ma al contempo fresco ed estremamente moderno. Promosso a pieni voti, perché la musica bella va sempre promossa.

Pezzi Top: Undercover Agents, The Sights, Airfield, Rabble Rouser, Take My Country Back

Pezzi Flop: The Revolt Of The Atoms

3️⃣ THE MINDSWEEP (2015)

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L’album che arriva dopo il magnifico A Flash Flood Of Colour cerca di mantenere parte di quelle atmosfere andando contemporaneamente a “normalizzare” la proposta verso una forma canzone più canonica e tendente all’alternative rock. Il metal c’è ancora, così come l’elettronica, le harsh vocals e il rap, ma il tutto cerca di essere più contenuto e focalizzato, senza perdersi in mille altre direzioni. Da una parte ciò è positivo, ma dall’altra manca quella follia schizoide che aveva reso grande l’album precedente. The Mindsweep ha dalla sua un concept molto ben realizzato e i testi più politici ed ambientalisti della band, che raggiungono apici di lirismo in brani come Myopia. Un album quindi che sta perfettamente a metà tra il precedente e il successivo, esempio di come la band cresca sempre di più e con costanza assoluta. E poi c’è Dear Future Historians…, il lento più bello, delicato ed emozionante mai scritto dagli Enter Shikari.

Pezzi Top: The Last Garrison, Myopia, Torn Apart, Never Let Go Of The Microscope

Pezzi Flop: The Bank Of England

4️⃣ COMMON DREADS (2009)

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Il disco che inizia a definire realmente il suono degli Enter Shikari è questo Common Dreads: un frullato di metalcore, musica da rave, drum’n’bass e temi progressisti. Ci sono alcuni dei primi veri classici del gruppo, come Juggernauts e No Sleep Tonight, ma anche alcune gemme mai troppo considerate come Gap In The Fence. I suoni sono ben centrati e calibrati, mentre la voce di Rou è ancora un pochino acerba, soprattutto se confrontata con i lavori successivi, dove l’eclettismo del cantante esce fuori in tutt’altra maniera. Rimane un disco giovane e arrabbiato, che si ascolta sempre con piacere, sebbene dal vivo i brani vivano di una luce molto più luminosa.

Pezzi Top: Solidarity, Juggernauts, No Sleep Tonight, Gap In The Fence, Zzzonked

Pezzi Flop: Havoc B

5️⃣ TRIBALISM (2010)

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Questa raccolta arriva dopo l’uscita di Common Dreads e presenta alcuni brani live, alcuni remix e tre inediti. Proprio quei tre inediti costituiscono l’aspetto più interessante del disco, dal momento che sono tre brani che puntano molto sul lato elettronico e cantabile dei nostri e risultano davvero godibili; ma anche alcuni remix non scherzano affatto e se ne ha prova dal momento che la band stessa ne suona alcuni dal vivo ancora oggi: il remix di No Sleep Tonight a cura dei The Qemists è forse il migliore qui contenuto, con il suo appeal nu metal e dubstep che richiama immediatamente l’headbanging. Ultima menzione per Insomnia, cover dei Faithless e riportata qui in una versione live del 2007; un pezzo incredibile. Per essere una raccolta di materiale così vario, questo Tribalism è davvero un disco godibilissimo.

Pezzi Top: Thumper, Tribalism, Insomnia, No Sleep Tonight (The Qemists Remix)

Pezzi Flop: We Can Breathe In Space (Radio Edit)

6️⃣ TAKE TO THE SKIES (2007)

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Il primo album, la genesi e la nascita di una band e di un genere nuovo ed inedito: l’electronicore. Take To Skies nasce dall’era di MySpace e del boom del metalcore, nel periodo in cui riviste come NME e Kerrang! potevano davvero portare alla ribalta un artista emergente. E così è stato per gli Enter Shikari, che grazie al singolo tritatutto Sorry You’re Not A Winner hanno scalato tutte le classifiche esistenti in un lasso di tempo brevissimo. La formazione a quattro, mai variata in più di dieci anni, proponeva all’epoca un post-hardcore moderno e piuttosto standardizzato, fatto di riff riconoscibili e breakdown di stampo metalcore capaci di scatenare il moshpit durante i live; ma la band aggiunge a questa base metal l’ispirazione derivante dalla musica elettronica, in particolare la trance. Il risultato è qualcosa di inedito e ancora sconosciuto, che regala momenti di vera esaltazione in brani come il già citato singolo, ma anche Mothership e Return To Energiser. Aggiungiamo a tutto questo che la band distribuisce l’album tramite la propria etichetta autofondata, la Ambush Reality, di cui si occupa personalmente e che ancora oggi è la distributrice di tutti i lavori della band. Un disco quindi forte di un lavoro personale e autogestito fortissimo, che porta con sé un’eredità invidiabile. Certo, ascoltato oggi Take To Skies sente il peso degli anni e dell’inesperienza del gruppo, ma rimane una pietra miliare con cui è doveroso confrontarsi.

7️⃣ THE MINDSWEEP: HOSPITALISED (2015)

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Una raccolta dedicata esclusivamente ai remix dell’album The Mindsweep, curati da artisti appartenenti all’etichetta drum’n’bass Hospital Records. La scelta degli artisti è stata effettuata da Rou e dal chitarrista Rory Clewlow, con l’aiuto dell’etichetta stessa talvolta. L’idea di base è molto buona, prestandosi i brani degli Enter Shikari al remix, ma il problema è che il sound globale del disco è molto simile lungo tutto lo scorrimento dell’album e questo ne condiziona il giudizio. Infatti alcuni brani presi singolarmente sono molto godibili, ma ascoltare l’album dall’inizio alla fine diventa un’impresa non da poco. Peccato, ma speriamo che la band ripeta l’esperimento mettendo più varietà tra i vari remix.

Pezzi Top: The Last Garrison (S.P.Y Remix), Interlude (The Erised Remix)

Pezzi Flop: The Appeal & the Mindsweep II (Krakota Remix), Myopia (Bop Remix)

8️⃣ THE ZONE (2008)

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Ultima posizione in classifica per un disco che forse snobba pure la band stessa: The Zone è un’altra raccolta che segue la pubblicazione di Take To The Skies e racchiude in sé alcune b-sides, dei live da Zane Lowe e alcuni demo, più un remix a cura di Rou Reynolds, con l’alter ego Routron 5000. Tutto è molto amatoriale a dire il vero e i brani sono molto diversi tra loro, per qualità sonora e compositiva. Si salvano i live e un demo, che è il brano che apre il disco, ovvero The Feast, pezzo scherzoso e dall’atmosfera scanzonata, ma che proprio per questo riesce a conquistare anche con dei suoni mediocri. Un altro tassello, molto marginale, di una discografia ottima, che merita anche solo per questo di essere ascoltato.

Pezzi Top: The Feast, Acid Nation

Pezzi Flop: Enter Shikari (Demo), Mothership (Demo)

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Ecco passata in rassegna la discografia degli Enter Shikari, un insieme di dischi che per me ha significato molto nel corso degli anni e che considero veramente ottimi e meritevoli di essere ascoltati da chiunque. Nell’attesa di ascoltare quindi il nuovissimo disco Nothing Is True & Everything Is Possible (che dall’anteprima sembrerebbe percorrere una nuova direzione!), godiamoci il singolo rilasciato pochi giorni fa e ripassiamo i dischi precedenti!

Alex Cavani

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