Simon Mago è una delle figure più interessanti e misteriose della storia del Cristianesimo, ma di lui si è occupato in modo approfondito anche il grande esoterista Éliphas Lévi, nello specifico nel suo tomo The History Of Magic del 1860, da dove proviene la stampa in bianco e nero qui sotto. Ed è stata proprio la lettura di un passo del testo di Lévi a farmi raccogliere un po’ di informazioni riguardo questo affascinante personaggio.
Noto soprattutto per aver dato vita al neologismo “simonia”, derivato dall’episodio narrato negli Atti degli apostoli nel quale Simon Mago tenta di comperare da S. Pietro poteri e grazie spirituali, la tradizione esoterica di colui che viene definito “il primo degli eretici” è molto più complessa e intrigante.

Eccone alcuni spunti tratti da fonti diverse, citate in fondo all’articolo:
Or vi era un tale, di nome Simone, che già da tempo esercitava nella città le arti magiche, e faceva stupire la gente di Samaria, spacciandosi per un qualcosa di grande.
(Atti degli Apostoli, 8, 9-10).
Tutti, dal più piccolo al più grande, gli davano ascolto, dicendo: Questi è la “potenza di Dio”, quella che è chiamata “la Grande”.
Importante per l’iniziazione di Simone è l’apostolo Filippo, autore di un Vangelo gnostico recentemente ritrovato a Nag Hammadi, giunto in Samaria a diffondere l’insegnamento esoterico di Gesù Barabba, un insegnamento molto simile a quello di Simon Mago anche se più maturo, proprio nello stesso periodo in cui Simone aveva iniziato a diffondere i propri insegnamenti. Simone si è reso conto immediatamente della continuità esistente tra la tradizione di cui egli era portatore e gli insegnamenti di Gesù e ha deciso di abbracciare l’insegnamento salvifico proposto dalla Gnosi cristiana:
Simone credette anche lui; e, dopo essere stato battezzato, stava sempre con Filippo.
(Atti degli apostoli)

Gli Atti di Pietro e Paolo, testo apocrifo, raccontano che Simon Mago terminò le sue esibizioni di magia a Roma all’epoca degli imperatori Claudio e Nerone e lo stesso Nerone ne fu impressionato tanto da invitarlo a corte. Negli stessi atti è riportata una tradizione antichissima secondo cui Nerone, venuto a contatto con Simon Mago, avrebbe accolto il suo insegnamento gnostico, grazie anche al senatore Marcello (in quel periodo Simone soggiornava a casa sua).
A quell’epoca risale il famoso duello pubblico, nella piazza del Foro Romano, alla presenza di Nerone, tra Pietro e Paolo di Tarso e Simon Mago.
E così la parola giunse al Cesare Nerone il quale ordinò di condurre da lui Simone Mago. Entrato si pose davanti a lui e, essendogli complice il diavolo, cominciò a cambiare forma tanto che divenne improvvisamente un bambino, poi, dopo un poco un vecchio, e quindi un giovane. A tal vista Nerone ritenne che fosse davvero figlio di Dio.
(Atti dei beati apostoli Pietro e Paolo, 34-35).
Simone diede sfoggio dei propri poteri levitando, allora Pietro pregò Dio che lo facesse scendere. Le preghiere di Pietro furono esaudite e Simone morì per la caduta, o in un’altra versione per la folla a lui avversa che lo lapidò come truffatore. Un’altra versione ancora afferma che, per dimostrare la propria natura divina, Simone si fece seppellire vivo dichiarando che dopo tre giorni sarebbe risorto, come il Cristo. Ovviamente fallì. Ma Nerone incolpò del fallimento Pietro e lo condannò a morte insieme a Paolo.
Nerone gli domandò: “Chi ti ha permesso di compiere un tale misfatto?”. Pietro rispose: “La sua contenzione, la sua mentalità malvagia e le sue bestemmie lo hanno condotto alla rovina”. Nerone disse: “Mi siete persone sospette, perciò vi farò perire malamente”. Pietro rispose: “Ciò che avviene non è quanto tu desideri, bensì è necessario che si adempia quanto ci ha promesso Cristo.” […] Il prefetto Agrippa rispose: “A quanto mi pare, ritengo giusto che a Paolo sia recisa la testa come irreligioso, mentre Pietro, che è anche reo di omicidio, sia innalzato in croce”. Nerone rispose: “Hai giudicato egregiamente”.
(Atti dei beati apostoli Pietro e Paolo)

Il carattere esoterico della dottrina di Simone e l’uso delle arti magiche, ci fanno pensare che Simone fosse un “mago” nel senso più arcaico del termine, cioè uno degli ultimi sacerdoti dell’antico zoroastrismo ebraico. Troviamo una conferma di questa ipotesi nella Istoria di tutte le eresie di Giuseppe Lancisi (1737):
(Simon Mago) aderiva in esso [cioè nel suo libro] a i Caldei circa la materia ingenita, ed eterna; impugnava, come i Saducei, la Resurrezione della carne; negava il libero arbitrio; diceva bastare la sola Fede per conseguire la salute; seguì Zoroaste nella distinzione de i due principj, dicendo il principio vizioso esser il Dio adorato dagli Ebrei, ed il buono il Dio, che fu Padre di Gesù Cristo, e creatore delle nostre anime. Al primo attribuì la generazione della carne, chiamandolo prima causa di tutti i mali […]. Soggiungeva il Vecchio Testamento dettato dal Dio cattivo per inganno degli Uomini; e conforme gli Ebrei veneravano il giorno del Sabbato, in cui Iddio compì l’opera del Mondo; egli, in odio del Dio cattivo, ordinò, che in quel giorno si digiunasse.
(Istoria di tutte l’eresie descritta da Domenico Bernino. Compendiata ed accresciuta da Giuseppe Lancisi, Secolo I, Capitolo I, Venezia, 1737)
Troviamo in questo testo di Lancisi anche una importante precisazione circa la Cristologia di Simon Mago. Lancisi, infatti, riportando la notizia di S. Epifanio relativa a Simon Mago (fonte: S. Epiph. in Anaceph.), sostiene che per Simon Mago Gesù era figlio del Dio buono. Questa notizia non concorda con quella delle Recognitiones dello Pseudo-Clemente, dove Gesù viene rinnegato da Simon Mago e presentato di fronte alla gente che assiste al suo dibattito con San Pietro come un inviato del Dio cattivo, cioè del Demiurgo. Tutto questo dimostra come l’autore delle Recognitiones abbia cercato in ogni caso di presentare Simon Mago come un Apostata, che ha rinnegato la fede, piuttosto che come un eretico, che ha cercato a suo modo di correggerla.

Ma la citazione più nota su Simon Mago arriva da Dante Alighieri, che nella Divina Commedia colloca questa figura chiaramente all’inferno, ove stanno pure i suoi seguaci; i simoniaci sono confitti a testa in giù entro delle buche circolari, con le gambe levate e delle fiammelle che lambiscono loro le piante dei piedi (da notare che la figura di Dante compare chiaramente anche nel dipinto di Filippino Lippi citato sopra):
O Simon mago, o miseri seguaci
che le cose di Dio, che di bontate
deon essere spose, e voi rapaciper oro e per argento avolterate,
(Dante, Inferno XIX, 1-6)
or convien che per voi suoni la tromba,
però che ne la terza bolgia state.
Lévi chiude la sua trattazione su Simon Mago parlando della sua eredità:
La setta di Simone non si estinse con lui, ebbe per successore uno dei suoi discepoli, Menandro. Costui non si diceva dio, si contentava della parte di profeta.
( Éliphas Lévi, The History Of Magic, p. 186)
Nell’anno in cui scrive Lévi (1858) egli sostiene che in America e in Francia vi siano ancora dei continuatori fanatici della setta menandriana.

Questi erano solo alcuni interessanti spunti per iniziare ad approfondire la figura di Simon Mago, ma la trattazione è molto più fitta e specifica, perciò vi lascio alcuni link molto interessanti dove poter continuare a studiare la vita e le tradizioni di Simone, tra i quali figurano alcuni di quelli da cui ho tratto informazioni e citazioni. Ovviamente vi consiglio di leggere anche The History Of Magic di Éliphas Lévi.
https://digilander.libero.it/maximusmagnus/Gnosi/simone.htm
http://spiritodiluce.blogspot.com/2011/04/simon-mago.html
http://www.duepassinelmistero.com/simone_mago.htm
http://www.treccani.it/enciclopedia/simone-mago_%28Enciclopedia-Italiana%29/
https://it.wikipedia.org/wiki/Simone_Mago
https://www.luoghimisteriosi.it/lazio/roma-sfrancescaromana.html
In calce all’articolo: Morte di Simon Mago, illustrazione di un anonimo presente nelle Cronache di Norimberga del 1493.
Alex Cavani