HIGH REEPER – “HIGHER REEPER”. Stoner Rollercoaster!

Difficilmente Heavy Psych Sounds Records sbaglia un colpo e quando immette sul mercato un disco come quello di cui andremo a parlare oggi si può mettere in tasca un successo assicurato e decisamente meritato. Infatti il nuovo disco degli High Reeper, quintetto di Philadelphia attivo dal 2016, si può tranquillamente inserire nell’attuale filone stoner/doom che vanta sempre più appassionati – e sempre più uscite mediocri, che inflazionano la scena – , specie tra i giovanissimi, ma non lo fa limitandosi al mero recupero e all’attualizzazione di certe sonorità cardine del genere, riesce invece a piazzare in otto brani ben delineati una buone dose di personalità.

Higher Reeper fin dal titolo presuppone un livello di maturità più alto e focalizzato rispetto al debut omonimo del 2018 e in gran parte ci riesce, concentrando in un sound che fa del vintage e della citazione il proprio vessillo, soluzioni moderne e songwriting accattivante.

I primi tre brani stendono un tappeto rosso al riffing di scuola Tony Iommi e in generale al Sabbath-sound, ma innestandoci sopra linee vocali molto più debitrici al grunge che al doom e perché no, anche al glam rock (Bring The Dead). Anche i suoni sono decisamente moderni, soprattutto nelle chitarre taglienti e mai troppo “grasse” ed impastate; una scelta non scontata all’interno del genere proposto e che alla fine dei conti dona all’album maggiore longevità. Anche il basso, pur dietro le linee, si fa notare per la propria robustezza, mentre la batteria si permette qualche fill ben più vicino al metal che allo stoner ed infatti il batterista Justin Di Pinto vanta una partecipazione pluridecennale tra le fila dei Malevolent Creation, così come brutalizza il proprio strumento anche per i brutali Waco Jesus.

Arrivati con Apocalypse Hymn al quarto brano le atmosfere si fanno rarefatte e la band dimostra di saper scrivere anche delle buone ballad, anche se forse il brano in questione lo avrei preferito più breve, in modo tale da non far “scaricare” così tanto la potenza dei brani precedenti. In ogni caso la scena è tutta per il cantante Zach Thomas e per i chitarristi Pat Daly e Andrew Price, che si esibiscono dal fondo dell’oltretomba.

Si ritorna al groove e al vintage con Foggy Drag, a mio parere il brano più bello del disco, che vi farà scapocciare come si deve con il suo riffing doomy e un ritornello cadenzato ed ottimamente cantato. E questo brano prepara l’ascoltatore all’ideale corsa sulle montagne russe rappresentata dalla seguente Obsidian Peaks, che ripresenta il canovaccio già mostrato dalla band altrove, aumentando però il ritmo generale ed avvicinandosi ad un rock’n’roll sporco e madido di zolfo. Stesso discorso per Plague Hag, che mette in risalto la voce ruvida di Thomas, che a tratti ricorda il Mike Patton più sguaiato, ma anche il compianto Andrew Wood nelle parti maggiormente melodiche ed acute. Il finale ci regala un timido assolo di chitarra, particolare non di poco conto, ma di cui parleremo tra poco.

Il gran finale è affidato a Barbarian, il brano più lungo del disco, che si rivela un vero e proprio atto d’amore verso i primi Black Sabbath, ma sempre con la voce caratteristica degli High Reeper che ci riporta nella dimensione corretta. Il pezzo mette in campo talvolta soluzioni già presentate nel corso dell’album, ma la costruzione globale è ben congegnata e rende il brano godibilissimo. Il lavoro delle chitarre è azzeccatissimo, così come quello del basso di Shane Trimble, che qui esce prepotente e massiccio. Arriva sul finale anche il primo – ed unico – assolo del disco, che sigilla la chiusura ideale di questo Higher Reeper.

Gli High Reeper simboleggiano il lato più diretto e metallico dello stoner rock e del doom, quello che guarda a brani di media/breve durata, che mettano in risalto la forma canzone e il riff portante del pezzo, per questo motivo non troverete in questo disco sbrodoloni strumentali infiniti e parti psichedeliche, i cinque americani suonano rock’n’roll e l’importante per loro è arrivare al succo del discorso nella maniera più “in your face” possibile. L’unico strappo alla regola in questo senso è rappresentato dalla già citata Apocalypse Hymn, che si concede una struttura più liquida, ma al contempo pecca di eccessivo immobilismo, muovendosi su un paio di linee melodiche e poco più. Gli High Reeper trionfano nei brani più arroganti e selvaggi, e questi stanno nella seconda metà della tracklist, forse penalizzata dal fatto che alcune soluzioni strumentali vengano utilizzate già nei primi tre brani del disco, che suonano però a tratti fin troppo citazionisti, sebbene godibili.

Altro appunto, a mio parere fondamentale, sull’artwork del disco, che mette in primo piano una cover meravigliosa che riporta col pensiero ai meravigliosi mondo movies italiani degli Anni ’70, con il loro immaginario horror low budget e la morbosa passione per l’esotismo rappresentato perlopiù da nudità, magia e cannibalismo. Stupenda! E a ben vedere, tutto ha un senso, dal momento che la cura dell’artwork è dell’italianissima Solo Macello, che personalmente annovero tra i migliori nel settore.

Ma sicuramente nel mare magnum delle uscite stoner odierne Higher Reeper riesce a ritagliarsi uno spazio importante per emergere e ciò è testimoniato anche dal lungo tour che la band ha intrapreso da poco e che toccherà l’Italia tra pochissimi giorni:

  • 18/04/2019 IT Pescara – Scumm
  • 19/04/2019 IT Cecina – Spazio Live Ritmi
  • 20/04/2019 IT Parma – Splinter
  • 21/04/2019 IT Verona – Stria Fest Vol. II
  • 22/04/2019 IT Zerobranco – Maximum Festival
  • 23/04/2019 IT Torino – Blah Blah

Il consiglio di ascoltare questo disco va ovviamente a tutti gli amanti delle sonorità sopra citate, ma anche agli amanti del rock più puro, così come agli ascoltatori più orientati verso il grunge; penso che uno dei punti di forza del disco sia proprio quello di riuscire a rivolgersi a una platea abbastanza ampia, riuscendo a far convergere nel proprio sound caratteristiche diverse con coerenza e mestiere. Ben fatto High Reeper, ci si vede al prossimo live!

Voto: 7,5/10

Distribuito da: Heavy Psych Sounds Records

Data di uscita: 22/03/19

High Reeper

Dove potete ascoltare/acquistare il disco: BandcampYoutube

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