CATS IN SPACE – “DAY TRIP TO NARNIA”. Uno splendido tuffo nel passato!

Ascolti un disco, ne resti folgorato fin dal primo istante e ti viene automatico parlarne un attimo dopo! Questo è esattamente ciò che è successo con Day Trip To Narnia, quarto album degli inglesi Cats In Space; un nome buffo, ironico, si potrebbe pensare, che presumibilmente potrebbe essere maggiormente associabile ad una band stoner rock o psichedelica, ma non potreste sbagliarvi di più.

I sette (!) gatti dello spazio infatti portano alto il vessillo del rock puro e genuino, ma riconducibile alla tanto amata/odiata decade degli anni ’80 (o per la precisione a quel periodo a cavallo degli anni ’70 in cui il progressive rock si stava ridimensionando considerevolmente): un sound infarcito di tastiere, orchestrazioni epiche e armonizzazioni vocali, per un risultato che fa della grandezza compositiva e della pomposità melodica la propria arma più forte.

Se amate gruppi come Electric Light Orchestra, Supertramp, Queen, Status Quo, ma anche Magnum, Yes, The Moody Blues e Neal Morse, allora correte subito ad acquistare questo disco! Se invece non siete particolarmente attratti da questi riferimenti, provate ad ascoltare comunque Day Trip To Narnia: un disco lungo, è vero, ma frizzante, allegro e veloce, che non permette mai alla noia di impossessarsi dell’ascoltatore nel modo più assoluto. Questo album è progressive rock nella maniera più lampante possibile, nel suo mischiare generi ed influenze in maniera intelligente ed entusiasmante e nello sfruttare appieno ogni risorsa strumentale, vocale e compositiva, che pur rifacendosi esplicitamente ad una scena e alle relative band che l’hanno caratterizzata, riesce ad essere pregna di carattere e spessore, passione per il rock e amore per la musica. Aggiungiamoci pure che il disco è un vero e proprio concept album diviso in due parti, con la prima composta da canzoni che hanno un tiro da hit rock d’altri tempi e la seconda, intitolata The Story Of Johnny Rocket, che si articola in sette episodi interconnessi, che raccontano un vero e proprio viaggio spaziale e musicale, tra rock, dance e musical (e di cui potete leggere una guida alla storia qui).

Personalmente una premessa così per me sarebbe sufficiente a farmi perlomeno ascoltare l’album seduta stante, ma proviamo ad entrare maggiormente nel merito delle singole canzoni, che sono talmente ben congegnate e stratificate da costituire dei piccoli universi musicali a se stanti: nella prima parte del disco sicuramente vanno a distinguersi particolarmente Hologram Man, col suo piglio tipicamente hard rock a metà strada tra Status Quo e Neal Morse – quest’ultimo mi viene da citarlo sia per alcune soluzioni melodiche e compositive che rimandano agli ultimi dischi della sua produzione, ma anche e soprattutto per la somiglianza a livello vocale che corre tra il cantante dei Cats In Space Paul Manzi e appunto Morse – , ma anche Silver And Gold, che tira in ballo addirittura cori à la Beach Boys e falsetti memori dei Bee Gees. Incredibile è l’unico termine che si può usare in questo caso. La ballata Chasing Diamonds invece si muove tra melodie epiche tipiche di certe atmosfere dei Queen, ma riesce ad emozionare con un ritornello non scontato ed un assolo azzeccatissimo. Anche qui la voce non può non ricordare quella di Morse, ma quando poi Manzi va sugli acuti la personalità viene fuori alla grande.

La seconda parte, con il relativo concept parte invece con una vera e propria introduzione orchestrale, molto cinematografica e dal retrogusto medievaleggiante, per poi dare spazio a Johnny Rocket, classico brano rock’n’roll con un buon tiro e un certo flavour glam, grazie alle zuccherosissime tastiere. Thunder In The Night cambia decisamente atmosfera invece, per lasciar posto a un beat dance tipicamente anni ’80 su cui è difficilissimo restare fermi. La sensazione di stare ascoltando qualcosa di rétro è fortissima, ma la genuinità con cui i Cats In Space compongono e la passione che emerge dall’ascolto, potrebbe convincere chiunque a datare questo disco come un prodotto di quegli anni d’oro. E questo secondo me è un grande pregio. Sul finale arriva Twilight e qui siamo in pieno campo pomp rock, dove regnano sovrane melodie epiche à la Magnum, così come forte è l’eco di Meat Loaf, che in realtà permea gran parte della seconda parte di questo album, grazie alla volontà della band di comporre un unico affresco sonoro con atmosfere da musical d’altri tempi.

Non vi svelo altro perché penso che capiti davvero pochissime volte di ascoltare un disco così sorprendente e divertente, da amare e cantare per tantissimo tempo. Day Trip To Narnia si prende in giro e contemporaneamente si prende tremendamente sul serio, riuscendo a delineare un viaggio musicale appassionante e ricolmo di sorprese per qualsiasi tipo di ascoltare. Le canzoni del disco si possono ascoltare ed apprezzare con leggerezza e spensieratezza, ma allo stesso tempo, all’orecchio più esperto ed attento non sfuggiranno le miriadi di soluzioni ed artifici compositivi che vanno a caratterizzare ogni singolo episodio, rendendo l’ascolto volta per volta sempre più stimolante.

Vero è che, sebbene la genialità e la bravura dei Cats In Space sia inattaccabile e solamente degna di lodi, le innumerevoli ispirazioni e la volontà di voler rappresentare a tutti i livelli un contesto musicale/artistico ben preciso del passato non mi spingono a reputare Day trip To Narnia un capolavoro moderno, perché di certo non contribuirà a dare una svolta alla musica rock attuale, ma la sua potenza e i suoi meriti vanno ricercati nella capacità di voler firmare un manifesto di appartenenza ed amore al rock ed alla musica vera e densa di emozioni. Ecco, se il vero rock non morirà mai, il merito sarà anche di band come i Cats In Space.

E questo dovrebbe essere abbastanza per spingervi in massa a sostenere questa band. Eroici!

Voto: 9/10

Distribuito da: Harmony Factory

Data di uscita: 1/03/19

Cats In Space

Dove potete ascoltare/acquistare il disco: Cats In Space Official SiteCargo Records

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