“LORDS OF CHAOS” – J. ÅKERLUND. Un breve parere personale.

Ed infine, sono riuscito a vedere anche io Lords Of Chaos, film di cui ho seguito gli sviluppi senza troppo interesse, ma comunque rimanendone incuriosito, al contrario del libro che, letto ormai anni fa, non mi lasciò quasi nulla. Ecco, sia nel film che nel libro, non ci sono informazioni o fatti che, nel caso siate esperti o abbiate un’infarinatura generale della seconda ondata black metal e della propria genesi, vi renderanno più “colti” o maggiormente informati, questo è da chiarire subito.
Tra le semplificazioni – necessarie, ma comunque talvolta eccessive, specialmente per ciò che concerne la rappresentazione caratteriale dei principali protagonisti Øystein Aarseth/Euronymous e Kristian “Varg” Vikernes/Count Grishnackh/Burzum e il loro rapporto, basato su un dualismo essenziale buono-cattivo che lascia pochi spazi a quei brevi attimi di “umanità” – e le invenzioni più o meno fasulle – la fantomatica ragazza di Euronymous, che sebbene sia poco influente sulla trama in sé, alla fine il film sembra far passare come la responsabile delle ultime azioni del chitarrista – Lords Of Chaos regala anche buoni momenti atmosferici e kvlt, come le varie citazioni storiche di momenti, nomi, fatti e notizie, che fanno sempre un certo effetto nel momento in cui appaiono sulla scena. Personalmente, ad esempio, ho avuto un sussulto nel momento in cui viene mostrato il famoso Helvete, il negozio di dischi di Euronymous, che per me, che sono un appassionato collezionista di dischi, è da sempre quasi un luogo di culto, così come quando compare il Grieghallen Studio, di cui ho parlato brevemente anche qui.


Del resto il film si muove come una pellicola “moderna”, con delle buone interpretazioni in generale e un mood che alterna atmosfere drammatiche e altre al limite della comicità – forse anche questa eccessiva, se fosse stata dosata meglio avrei apprezzato anche questo punto di vista – queste ultime che comunque danno la cifra di un momento storico preciso e di azioni compiute da quelli che all’epoca erano solo ragazzini, con tutti i pro e i contro del caso. 
Le situazioni che chiunque conosce vengono rappresentate tutte quante, dal suicidio spettacolare di Dead all’omicidio nel parco ad opera di Bard Faust, senza tralasciare niente ed anzi, aggiungendo qualche tocco che solo i più smaliziati noteranno (le tendenze comuniste di Euronymous vengono evidenziate in numerose sequenze all’interno dell’Helvete ad esempio.. Fate attenzione ai quadri alle pareti). E questa è un’ottima cosa, per un cinefilo attento.


Il personaggio che comunque ne esce meglio, sia come rappresentazione storica/filmica, che come interesse è senza dubbio Per “Dead” Ohlin, talmente grottesco da rimanere impresso per tutta la durata del film – ed infatti sarà così pure per Euronymous – e interessante oggi come allora per definire al meglio il pensiero dietro la creatura Mayhem.


L’unico che ha ragione a lamentarsi è proprio Varg Vikernes, che il film dipinge in modo veramente troppo macchiettistico, puntando su particolari pruriginosi (la scelta di un attore ebreo…) che hanno fatto saltare sulla sedia l’ex Count Grishnackh, che in effetti esce malamente dalla pellicola, finendo per essere bollato essenzialmente come il cattivone unico e supremo della vicenda, che durante lo svolgimento della trama subisce un cambiamento che definire radicale è un eufemismo.


Infine la regia di Jonas Åkerlund, che in questo film si comporta in modo egregio, senza inutili virtuosismi che il nostro si concede fin troppo spesso nei suoi video musicali – prendere come esempio il dvd di Rammstein: Paris, talmente arzigogolato e con cento inquadrature al minuto da rendere irritante la visione – ma tracciando un’atmosfera come già detto drammatica e allo stesso tempo spensierata, sebbene con un alone di tristezza e rabbia sempre percepibile. Unica eccezione l’incubo horror con protagonista Dead, che effettivamente sembra un videoclip, ma che all’interno dell’intero film ci sta abbastanza bene in fondo. 
Quindi, tutto questo malloppo di parole per dirvi che Lords Of Chaos non è il male incarnato per il black metal, come dicono in molti, anche perché di musica qui ce n’è davvero pochina (per ovvi motivi…) e di certo non sarà per colpa di questa pellicola che la scena black metal verrà screditata più di quanto non lo sia già. Guardatevelo e traete le vostre conclusioni, io personalmente ne sono stato piacevolmente sorpreso e ho concluso la visione sentendomi in un qualche modo sollevato. 
Bene così.

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